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L’Italia taglia la tassa sui profitti inattesi delle banche dopo il forte calo dei titoli finanziari

Il governo italiano ha eliminato una parte della nuova tassa sui profitti inattesi delle banche, una tassa che non supererà lo 0,1% degli attivi degli istituti finanziari, secondo quanto riportato da Bloomberg. Questo è il tentativo del governo di rassicurare il mercato, visto che ieri le banche del Paese hanno perso 10 miliardi di dollari di valore di mercato in seguito alla notizia della tassa del 40%.

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Fatti salienti

  • I titoli bancari italiani hanno recuperato parte delle perdite subite nella mattinata di mercoledì 9 agosto: UniCredit SpA è salita del 4% e Intesa Sanpaolo SpA ha guadagnato il 3,2%. L’indice FTSE Italia All-Share Banks è salito del 3,6%;
  • In totale, le banche italiane hanno recuperato 3,8 miliardi di euro;
  • Secondo una fonte, il Ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti e il suo team hanno trascorso l’intera giornata di martedì lavorando sui dettagli della nuova misura e cercando di mitigare l’impatto del precedente annuncio del governo;
  • Dopo la reazione negativa del mercato di martedì 8 agosto, il Ministero delle Finanze ha cercato di placare i timori. In un comunicato, il Ministero ha annunciato un tetto massimo dello 0,1%. Il governo non ha specificato la misura utilizzata per il tetto, ma se si basasse sugli attivi globali di banche come Unicredit e Intesa, il prelievo potrebbe essere di circa 1 miliardo di dollari. Se si basasse solo sugli attivi italiani, sarebbe di alcune centinaia di milioni di euro;
  • La norma dovrebbe poi passare al vaglio del Parlamento, dove potrebbe essere modificata. L’introduzione della tassa può anche essere contestata in tribunale, come una misura simile in Spagna;
  • Una fonte bancaria milanese ha dichiarato al Financial Times che la proposta di un tetto massimo dello 0,1% renderebbe il prelievo “molto più gestibile” e raccoglierebbe circa 1,8 miliardi di euro, a differenza delle precedenti stime di oltre 4,5 miliardi di euro degli analisti di Jefferies ed Equita.

Il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato il prelievo del 40% sui profitti in eccesso del 2023 dei creditori nella tarda serata di lunedì 7 agosto, nell’ambito di un decreto di ampia portata approvato in una riunione di gabinetto. In seguito alla notizia, l’8 agosto, un calo delle azioni bancarie ha cancellato 9,5 miliardi di euro dal valore di mercato degli istituti di credito italiani.

Il prelievo è finalizzato all’aumento del reddito da interessi in seguito al rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea. Secondo le stime preliminari degli analisti, il governo non ha ancora pubblicato i dettagli o il testo del decreto, che potrebbe costare alle banche circa 2 miliardi di euro.

La mossa arriva poco dopo che le banche italiane hanno pubblicato relazioni sugli utili impressionanti, con Intesa e Unicredit che hanno alzato le loro previsioni annuali per il secondo trimestre consecutivo, sulla scia del rapido inasprimento della politica della BCE. Il margine di interesse di UniCredit, ad esempio, è aumentato del 42% nella prima metà dell’anno.

Il denaro ricavato dalla tassa doveva essere utilizzato per finanziare misure volte a ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese.