Illustration of four Greek gods, two male and two female, in traditional attire

Achille: La Leggenda Immortale

Nel vasto panorama della mitologia greca, poche figure risplendono con l’ardore e la complessità di Achille, l’eroe leggendario della guerra di Troia. La sua storia, intrecciata con temi di valorosa battaglia, tragedia personale e destino ineluttabile, ha affascinato e ispirato generazioni, trovando espressione in innumerevoli opere d’arte attraverso i secoli. In questo articolo, esploreremo la vita e le imprese di Achille, immergendoci nelle profondità delle sue gesta eroiche e delle sue vicende personali, che lo hanno reso uno dei più emblematici eroi dell’antichità.

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Achille: Eroe della Mitologia Greca nell’Arte

Le gesta di Achille rappresentano un tema ampiamente diffuso nell’arte classica, che si estende dall’epoca greca fino all’età romana. Egli è rappresentato sia come un guerriero armato e barbuto, sia come un giovane dall’aspetto impetuoso, con i capelli sciolti, un personaggio magnificamente interpretato da Brad Pitt nel film “Troy”.

Achille, il cui nome in greco è a-Keile, che significa “senza labbra” perché non ha mai succhiato il latte materno, è figlio di Peleo e della Nereide Teti. Conosciuto come Achilleus, era il re dei Mirmidoni, i quali gli obbedivano ciecamente. I Mirmidoni erano discendenti dalle formiche trasformati in uomini da Zeus per ripopolare l’isola di Egina. Achille fu educato da eccellenti maestri: Fenice, esperto in arte militare, e il centauro Chirone, che lo nutrì con il midollo delle ossa di leoni e gli insegnò a usare l’arco, a curare le ferite e a combattere con coraggio.

Sua madre Teti, prevedendo la morte prematura del figlio, lo immerse nelle acque dello Stige tenendolo per un tallone, rendendolo così invulnerabile. Dopo che l’indovino Calcante ebbe predetto che Achille sarebbe morto sotto le mura di Troia, Teti lo nascose nella casa del Re di Sciro. Tuttavia, i greci, conoscendo il suo valore, lo fecero cercare da Ulisse e lo trovarono. Achille, il valoroso, non esitò a lasciare il suo rifugio, nonostante fosse innamorato di Deidamia, la figlia del suo ospite, e combatté con ardore e coraggio fino a quando Agamennone gli sottrasse Briseide, la sua amante-schiava, e, non avendo ricevuto soddisfazione per l’affronto subito, si ritirò fremente d’ira nella sua tenda.

L’esercito greco subì allora gravissime sconfitte. Per tentare di arrestare l’offensiva troiana, scese in campo Patroclo, l’amico fraterno (e forse amante) di Achille, vestito delle sue armi, ma fu ucciso da Ettore.

Per vendicare la morte dell’amico, Achille riprese la lotta, indossando uno scudo forgiato per lui da Efesto su richiesta di Teti, uccise Ettore in duello e trascinò il suo corpo sotto le mura di Troia, abbandonandosi, nell’ebbrezza della vittoria, a una ferocia che non gli fu perdonata da Apollo.

A seguito delle suppliche di Priamo, Achille restituì il corpo di Ettore. Il figlio di Peleo è un esempio di giovane guerriero violento, impetuoso e spietato, ma anche umano e compassionevole, capace di innamorarsi e soffrire. Egli è un eroe leggendario della guerra di Troia, soprannominato “piè veloce”. Sul finire della guerra, uccise Pentesilea, la regina delle Amazzoni; secondo il mito, Achille, nel colpirla al petto e rompendo l’armatura, si accorse che era una donna, la quale amava.

Graphic of Hermes with wings on his feet and helmet, running in an orange landscape

Durante un combattimento vicino alle porte Scee, Achille cadde, trafitto al tallone, l’unica sua parte vulnerabile, da una freccia scoccata da Paride e guidata da Apollo. I Greci gli resero onori divini e vegliarono sul suo corpo per giorni. Il Pelide Achille, che causò infiniti lutti agli Achei, fu un eroe destinato dal Fato a una vita breve e a una gloria immortale.

Due importanti vasi si trovano nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento: un Vaso attico a figure rosse (500-490 a.C.) raffigurante la deposizione di Patroclo, opera del pittore Kleophrades, proveniente dalla necropoli di Pezzino, e un Cratere a volute del V secolo a.C. che mostra Achille che uccide Pentesilea. Le immagini dei vasi sono visualizzabili in alto. Per vedere le altre immagini, cliccare su quella in alto e poi scorrere all’interno dell’immagine cliccando a destra nella foto.

Conclusione

Achille è un simbolo duraturo nella mitologia, rappresentando sia l’eroismo che la vulnerabilità umana. La sua storia è raccontata attraverso l’Iliade e molte opere d’arte, sottolineando la complessità dell’umanità. Il suo retaggio rimane nell’immaginario collettivo, un’icona dell’eroismo e della fragilità umana. Le opere d’arte come i vasi ad Agrigento mantengono vive le sue storie, ricordandoci che Achille è una finestra sulla nostra esperienza umana.