Il mosaico della sala è lungo quasi 5 metri. Raffigura viti, foglie di loto, tridenti, elmi e creature marine mitiche. È composto da madreperla, corallo, frammenti di vetro prezioso e particelle di marmo. L’opera è incorniciata da cristalli policromi e da antiche piastrelle blu egiziane.
La sala banchetti aperta sul giardino era probabilmente utilizzata in estate per intrattenere gli ospiti. Sono stati ritrovati tubi di piombo incassati nelle pareti, attraverso i quali l’acqua veniva fornita alle vasche e alle fontane.
Marco Rossi, professore di antichità romane e responsabile del laboratorio di mosaico dell’Università Roma Tre, osserva che queste sale per banchetti estivi non erano solo un luogo dove padroni di casa e ospiti si rilassavano, ma erano anche utilizzate come attributo di ricchezza.
“Di solito i mosaici sono collocati sul pavimento, ma questo corre lungo tutta la parete frontale ed è incredibilmente ben conservato”, spiega Rossi, “non è stato distrutto dal peso dei detriti – come può accadere ad alcuni mosaici a terra – e, nonostante la sua delicatezza, non si è crepato nel corso dei secoli”.
La scoperta di un intero mosaico parietale è estremamente rara, aggiunge Rossi. Gli scienziati ritengono che la conservazione del muro sia stata favorita anche dalla sua posizione: si trova sul pendio del Palatino romano ed era protetto dall’aria e dalla luce da strati di terra.
Gli archeologi stanno cercando di capire chi fosse il proprietario del magnifico edificio. Presumibilmente si trattava di un senatore romano. All’inizio di gennaio, la scoperta sarà aperta ai visitatori.