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L’Italia ha il 68esimo governo in 76 anni

Il nuovo primo ministro italiano, Georgia Meloni, guiderà il 68° governo del Paese dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Con un cambio di governo in media ogni 13 mesi, sembra che un nuovo governo sia diventato una tradizione annuale in Italia.

Nei primi anni dopo la Seconda guerra mondiale, il Paese assediato uscì indebolito e umiliato dall’alleanza militare con la Germania nazista. Le forze partigiane che combattevano il regime fascista di Benito Mussolini misero temporaneamente da parte le loro differenze politiche per formare un governo di coalizione che avrebbe guidato il Paese fuori dalle macerie.

Negli anni Cinquanta, tuttavia, il panorama politico italiano si era fortemente polarizzato e il Paese era in gran parte diviso in due schieramenti politici: i democristiani e i comunisti.

L’ex primo ministro e ministro degli Esteri democristiano Giulio Andreotti (a sinistra) e il presidente Francesco Cossiga (a destra) con il presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush. 27 maggio 1989 Doug Mills/AP
La Democrazia Cristiana, una chiesa di ampia base che univa destra e sinistra moderate sotto una piattaforma paternalistica socialmente conservatrice, dominò la politica italiana del dopoguerra e mantenne il potere per quasi mezzo secolo.

Guidata dall’idea che l’Italia avesse bisogno di un sostegno esterno e dell’integrazione europea per riguadagnare la sua rilevanza internazionale, la Democrazia Cristiana ha guidato il Paese attraverso un miracolo economico postbellico e ha favorito forti legami transatlantici con gli Stati Uniti.

Vi furono altri partiti di rilievo, come i socialisti di sinistra, i repubblicani centristi e il Movimento Sociale Italiano di estrema destra, alcuni dei quali spesso entrarono a far parte di governi di coalizione, ma la principale divisione politica durante i decenni del dopoguerra rimase tra i due schieramenti sopra menzionati.

Negli anni Settanta, queste rivalità politiche intertribali cominciarono a esplodere, portando a un periodo di violenza politica di estrema destra e di estrema sinistra noto come “anni di piombo”. Un tentativo di compromesso tra i cristiano-democratici e i comunisti fallì; i disordini culminarono infine in una serie di attacchi terroristici e nell’assassinio dell’ex primo ministro nel 1978.

Un breve periodo di luna di miele di prosperità economica negli anni ’80 fu seguito da ulteriori turbolenze. Negli anni Novanta, il sistema partitico italiano crollò sotto il peso degli scandali di corruzione che coinvolsero tutti i principali partiti.

La fine della Guerra Fredda e una nuova fase del processo di integrazione europea resero obsolete le vecchie differenze ideologiche; la crescente influenza della politica regionale, in particolare del partito separatista Lega Nord, confuse ulteriormente la situazione.

Il magnate dei media, che aveva già costruito un impero televisivo privato, creò un nuovo partito, Forza Italia, che mescolava le politiche cattoliche conservatrici della defunta Democrazia Cristiana con un modello di populismo brillante e favorevole agli affari. Infatti, il nome del partito, tradotto vagamente come “Avanti, Italia!”, deriva da un popolare canto calcistico.

Berlusconi è salito rapidamente al potere e alla fine ha guidato quattro governi consecutivi nell’arco di quasi due decenni, diventando il primo ministro italiano più longevo dalla Seconda Guerra Mondiale.

Nonostante la sua ampia popolarità tra il pubblico italiano, i detrattori lo hanno accusato di corruzione, nepotismo e legami con la mafia; gli scandali di cattiva condotta sessuale hanno ulteriormente danneggiato la sua immagine negli anni 2000. Nel 2011, la crisi dell’eurozona gli ha fatto perdere la maggioranza in Parlamento e lo ha costretto a dimettersi.

Dopo la morte politica di Berlusconi, nessun partito o blocco è stato in grado di ottenere la maggioranza. Ciò ha portato a una rapida successione di governi di grande coalizione guidati da tecnocrati per lo più impopolari per tutti gli anni 2010. Di fronte all’austerità e al crescente afflusso di rifugiati, le forze populiste – dall’anti-establishment Movimento Cinque Stelle alla rinnovata Lega tutta italiana di Matteo Salvini – non sono riuscite a ottenere guadagni elettorali e nemmeno a entrare nel governo.

Nel 2020, sia la pandemia COVID-19 che ha devastato il Paese, sia le restrizioni particolarmente severe che l’hanno accompagnata, hanno provocato notevoli disagi socio-economici e diviso politicamente l’elettorato.

Questa turbolenza, insieme alle ulteriori sfide poste dalla guerra in Ucraina e dalla crisi del costo della vita, ha spinto molti italiani a rivolgersi all’estrema destra e a riporre le proprie speranze in colei che diventerà presto il primo primo ministro donna del Paese.