Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha pubblicato i requisiti che OpenAI deve soddisfare per revocare il divieto di ChatGPT nel Paese, come riporta TechCrunch. Gli sviluppatori hanno tempo fino al 30 aprile per implementare sei aggiornamenti.
Fatti salienti
- Il 31 marzo, l’autorità di regolamentazione ha accusato il chatbot di violare il Protocollo generale sulla protezione dei dati (GDPR) e ha vietato al servizio americano di trattare i dati degli italiani. In risposta, OpenAI ha doverosamente bloccato l’accesso a ChatGPT per tutti i cittadini italiani;
- Il primo requisito. OpenAI deve aderire ai principi di trasparenza e pubblicare tutte le informazioni su come utilizza ed elabora i dati;
- Secondo requisito. Implementazione urgente di restrizioni sull’età e di strumenti di verifica dell’età più affidabili per garantire che i bambini non abbiano accesso alla tecnologia;
- Terzo requisito. OpenAI deve chiarire il quadro giuridico per la raccolta e l’elaborazione dei dati degli utenti per l’addestramento dell’IA;
- Quarto requisito. La possibilità per gli utenti di gestire le informazioni che li riguardano: correggere le informazioni inesatte create da ChatGPT su di loro o cancellarle;
- Quinto requisito. La possibilità per gli utenti di vietare ai modelli di intelligenza artificiale di raccogliere e utilizzare i dati che li riguardano;
- Sesto requisito. Condurre una campagna informativa in Italia per informare la popolazione sulla potenziale raccolta di informazioni personali quando si utilizza il chatbot ChatGPT;
- I requisiti devono essere soddisfatti entro il 30 aprile, tranne l’ultimo: la campagna può essere condotta fino al 15 maggio.
Il 31 marzo l’Italia è diventata il primo Paese al mondo a bloccare ChatGPT. Il Servizio italiano per la tutela della privacy ha accusato il servizio di AI di raccolta illegale di dati personali.
All’inizio di aprile, il Commissario canadese per la privacy ha avviato un’indagine contro OpenAI e ChatGPT.
L’11 aprile, le autorità statunitensi hanno annunciato l’avvio di consultazioni pubbliche su potenziali restrizioni all’uso dell’IA. Le autorità di regolamentazione vogliono assicurarsi che “i sistemi di IA siano legali, efficienti, etici, sicuri e affidabili”.