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Il canto lirico italiano è incluso nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO

L’UNESCO ha dichiarato che: “Il canto lirico italiano è un modo di cantare fisiologicamente controllato che esalta la potenza di sostegno della voce in spazi acustici come auditorium, anfiteatri, arene e chiese. Viene eseguito da persone di tutti i sessi, è associato a espressioni facciali e gesti specifici e prevede una combinazione di musica, dramma, recitazione e messa in scena”.

L’UNESCO ha descritto questa pratica come “un mezzo di libera espressione e di dialogo tra le generazioni” e il suo valore culturale “è riconosciuto a livello nazionale e internazionale”.

“È una conferma ufficiale di ciò che già sapevamo: il canto lirico è una conquista mondiale”, ha dichiarato Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura italiano.

Beatrice Veneti, direttore d’orchestra e consigliere musicale del Ministro, ha aggiunto che l’inserimento nella lista UNESCO “ci rende orgogliosi come comunità lirica e come italiani: questa forma d’arte vivente è un pilastro fondamentale della nostra cultura”.

L’opera italiana è nata alla fine del 1500 a Firenze e ha prodotto molti compositori di fama mondiale, da Claudio Monteverdi e Antonio Vivaldi a Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi.

La Dafne di Jacopo Peri, messa in scena a Firenze nel 1598 per la corte dei Medici, è considerata la prima opera lirica in Italia, mentre Claudio Monteverdi, un italiano vissuto dal 1567 al 1643, è considerato il primo grande compositore d’opera.

Oggi in Italia ci sono circa 60 teatri d’opera.

L’UNESCO ha iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale anche il ceviche peruviano, la pittura su risciò del Bangladesh, l’artigianato ceramico uzbeko, la tessitura di bende in Costa d’Avorio e molti altri costumi e tradizioni.